Rifugio Fornetto ai piedi della Bella Dormiente !!!!

Castelnuovo Nigra, (TO) Piemonte

25 Giugno 2017

 

La Bella Dormiente, ai più potrà sembrare il nome di una favola per bambini, ma i canavesani conoscono bene quel gruppo di cime montane che creano l’ immagine di una donna che giace supina e che sembra stia dormendo serena. Per anni dal balcone di casa mia quando vivevo a Ivrea è stata lo skyline della mia vita. Quanti tramonti ho ammirato nelle sere d’ estate, e quante volte mi si è presentata nella veste estiva e in quella candida ricoperta di neve nel periodo invernale. Mi si presenta l’ occasione di arrivare con una corsa sotto alla punta Verzel, che sarebbero i piedi della donzella e non mi faccio scappare l’ occasione.  Arrivo a Castelnuovo Nigra alla chiesetta della Visitazione, non sono molti i partenti forse tanti saranno scoraggiati dal fatto che le strade al rientro resteranno chiuse al traffico per il passaggio del campionato italiano di ciclismo. Nonostante il temporale notturno la temperatura è ancora piuttosto calda. Espletate le formalità della partenza ci posizioniamo al via. Quando il giudice lo permette si parte, la strada da asfaltata gira subito a destra nel bosco, come sempre occorre stare attenti a non urtare gli altri visto che il terreno è piuttosto sconnesso, un breve tratto piano poi inizia la salita, il sentiero diventa minimo e ci incolonniamo, la pendenza inizia sin da subito ad essere notevole e essendo incolonnati non mi permette di tenere il ritmo che voglio, diventa un ferma e riparti che eviterei volentieri, presto arriveremo sul monte calvo e capisco perché di tale nome quando ad un tratto sparisce la vegetazione lasciandoci in pieno sole in una salita che continua a chiedere ai polpacci di spingere al massimo per salire. Non ho ancora rotto il fiato e inizio a subire la pendenza, poi diventa più corribile e ci troviamo sulla cresta di una bellissima dorsale, buttando l’ occhio sulla destra si gode un panorama stupendo sulla pianura del Canavese, mentre sulla sinistra si ammira il gruppo della Bella Dormiente.  Inizio a prendere il ritmo giusto, nel frattempo ci siamo sgranati cosi si può affrontare il tracciato come meglio si crede. Arrivo nell’ unico tratto di discesa del percorso, la prima parte è piuttosto tecnica e scendo con la mia solita prudenza, poi la fine diventa un trampolino di lancio per il pratone che porta sulla strada carrozzabile. Metto un berretto in testa perché il sole è cocente, imbocco la carrozzabile dove si corre bene, in pochi minuti mi trovo al pian delle nere,  qui un ristoro è più che gradito e immergo il cappellino nella fontana, per poter godere un po’ più a lungo di refrigerio. Non ho la gamba dei giorni migliori, ma questa gara serve da fieno in cascina, riesco a correre piuttosto bene, patisco un po’ nei tratti più ripidi dove si cammina. E ora il percorso alterna tratti di carrozzabile a tratti di sentiero che tagliano la via principale. Apro la zip della maglia visto che la temperatura è sahariana, davanti a me ho un gruppetto che mi fa da faro ma credo saliamo alla stessa andatura visto che li ho sempre alla medesima distanza. Mi raggiunge un ragazzo facciamo un po’ di metri insieme e mi da delle buone informazioni sul percorso più che altro mi avvisa che gli ultimi due chilometri diventano veramente ripidi quindi meglio averne per il finale. Intanto dalla gamba destra arriva una mail dai miei amici crampi che mi avvisa che loro sarebbero lieti di venire a trovarmi, inizio a pensare che mi sono idratato poco perché i  crampi dopo cinque chilometri non sono normali.  Allora arrivato alla cava al ristoro mi soffermo di più e bevo parecchio, perdo qualche posizione ma devo fare gara su di me, son quelle giornate dove la devi portare a casa. Riparto con il pensiero che ora sarà la parte dura e che i crampi devono trovare chiuso. Alcuni tratti hanno gradoni belli ripidi, ma ogni tanto si riesce a corricchiare. Attorno si sentono le urla dei pastori che richiamano le mucche,  questi sono i suoni che amo.  Arrivo a una baita dove  c’è l’ ultimo ristoro, per fortuna che esistono delle anime buone che si sobbarcano i viveri e scarpinano sino a qui. Inizia l’ ultimo tratto, un sentiero tra una pietraia incastonato in un vallone chiuso, raggiungo alcuni che hanno finito la benzina, non che stia andando forte ma salgo regolare. Inizio a vedere il rifugio un cemtinaio di metri più su, ma cento metri in salita possono essere lunghissimi. Sarà l’ effetto placebo del vedere il traguardo che riesco a spingere di più, il nome fornetto oggi è azzeccato perché anche qua su la temperatura è hot. L’ ultima parte è un sentiero verticale a zig zag, arrivo all’ ultimo tornantino e poi corsetta liberatoria sino all’arrivo. Finita, dura, bella ma che fatica oggi. Soddisfatto di averla portata a casa, un po’ meno della condizione, ma so già che con il caldo il mio fisico mi presenta il conto. Che dire come nella maggior parte delle gare in montagna non rimane che rientrare a piedi, quindi mi incammino verso la macchina riempiendomi gli occhi del panorama che si gode da lassù e con i muscoli un po’ più pieni di dislivello. Bella gara ben organizzata, per chi ama la salita……. da fare! Alle prossime.

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